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Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950) » Regina (Regina Bracchi)  
1894 - 1974
 


 

 

Personaggio estroso, tutto proiettato nella modernità, di cui sperimenta le direzioni più nuove e dirompenti, Regina – con questo solo nome è conosciuta in arte – è presente con le sue creazioni nella prima e nella seconda avanguardia, e sempre insieme con artisti di notevole spessore inventivo. Dopo il diploma dell'Accademia di Belle Arti di Brera e gli studi di perfezionamento con lo scultore Giovanni Alloati a Torino, già nella metà degli anni Venti produce sculture in marmo e in bronzo, sebbene ancora figurative e sulla scia di certo post-impressionismo.

Negli anni Trenta, già a contatto con il gruppo dei futuristi milanesi, crea sottili sculture, vere e proprie silhouette, in lamina, latta, alluminio, stagno, celluloide, fra cui spiccano Danzatrice, La donna dell'aviatore, Donne abissine, Paese del cieco, muovendosi più che nell'ambito classico del secondo Futurismo nell'area di un pressante avanguardismo, che la porta, secondo l'acuta ana lisi di Enrico Crispolti, a una «radicale critica al dinamismo plastico come densità di materia» in favore di una «liberazione spaziale che sfida l'effimero».

Nel 1928 aveva esposto a Milano nella Prima Mostra regionale d'arte lombarda e nel 1931 aveva allestito la sua prima personale alla Galleria Senato; nel 1933 è presente nella mostra Omaggio futurista a Umberto Boccioni alla Galleria Pesaro e nel 1934, nel venticinquennale del movimento futurista, sottoscrive con Marinetti, Bruno Munari, Carlo Manzoni, Gelindo Furlan, Riccardo Ricas il Manifesto dei futuristi venticinquenni e il Manifesto dell'aeroplastica futurista, presentato alla Galleria delle Tre Arti di Milano. Nel 1934, ‘36, ‘38 e ‘40 è alla Biennale di Venezia e nel 1935 e ‘39 alla II e III Quadriennale di Roma. Nel frattempo si interessa al teatro e al cinema creando costumi per il teatro d'avanguardia Arcimboldi e bozzetti e maschere in alluminio e ferro, che espone nel 1936 alla Mostra intenazionale di scenotecnica della VI Triennale milanese e alla Mostra di scenotecnica teatrale a Napoli, mentre al Concorso internazionale di cinematografia scientifica partecipa con fotogrammi astratti. Nel 1937 studia e lavora a Parigi, dove conosce André Breton e il mercante d'arte Leonce Rosenberg. Nel 1938 è ancora con i futuristi nella mostra di aeropit tura alla galleria “Il Milione” di Milano.

Nel secondo dopoguerra, dopo una breve fase di silenzio, è attratta dall'astrattismo e realizza la prima litografia e la prima serigrafia astratta (1948); con il M.A.C. (Movimento Arte Concreta), di cui firma il Manifesto, partecipa a varie mostre, tra cui quella storica dell'Astrattismo italiano alla Galleria Bompiani di Milano, dove espone strutture astratte in plexiglas bianco, trasparente e colorato e in rodoid e quella degli astrattisti curata da Carlo Belloli alla Galleria Minima, sempre a Milano: è questa l'altra fase della sua sperimentazione, per cui nel 1955 viene invitata dal Groupe Espace al Parc de Saint Cloud e alla Biennale di San Paolo del Brasile, nel 1957 alla I Rassegna italiana d'arte concreta, nel 1958 alla Biennale e ancora nel 1958 alla Mostra internazionale La donna nell'arte, tutte allestite alla Galleria Schettini di Milano.

Gli anni Sessanta sono gli anni della sua terza sperimentazione: nel 1966-'67 tenta di riprodurre la geometria della natura in “strutture limpide e serene”, che sono il riflesso della sua rassicurante visione del mondo e crea disegni sul tema del “suono delle campane” e del “linguaggio dei canarini”, da cui nasce il volume Il linguaggio del canarino con scritti del marito, Luigi Bracchi, e di Silvio Ceccato, corredato anche da poesie sonore e visive e da tempere. In collaborazione con Acquaviva e Belloli, nel 1969, in un clima di rivalutazione critica e riproposta del Futurismo, partecipa alla mostra del sessantesimo anniversario del Futurismo, organizzata dal Comune di Milano e nel 1970 alla mostra di Aeropittura futurista alla Galleria Blu; nel 1972, due anni prima della morte, è ancora presente nell'esposizione L'esperienza dell' aero-spazio nella pittura contemporanea alla Galleria civica d'arte di Legnano.

Tra le artiste più significative e interessanti del Novecento italiano, Regina è difficilmente collocabile in un preciso ambito storico-artistico, perché, attratta dalla sperimentazione tout court, si muove con esiti felici in una vasta e sempre diversa area di ricerca, ponendosi comunque sempre all'avanguardia.

Anna Maria Ruta

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