Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale (1861-1914)
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1813 - 1873
Laura Solera Mantegazza, figlia della buona, agiata e illuminata borghesia milanese, ne fu il prototipo femminile per eccellenza. Pasionaria politica, garibaldina, crocerossina, dama di carità, fondatrice di scuole professionali femminili oltre che di nidi per l'infanzia, fu anche una straordinaria found riser – forse la prima di cui si sappia – capace, con varie iniziative (vendite di lavori manuali, aste, tombole e feste benefiche), di raccogliere fondi destinati non solo alle sue svariate opere di assistenza, ma pure, per esempio, alla spedizione dei Mille. Nata a Milano nel 1813, rimase presto priva di padre che, nei turbolenti tempi della restaurazione, preferì rifugiarsi in Svizzera facendo perdere le sue tracce. A quindici anni perse anche la madre. Venne perciò accolta in casa di amici, da dove se ne andò due anni dopo per convolare a nozze – combinate – con Giovanni Battista Mantegazza, dal quale avrà tre figli (tra i quali Paolo, il futuro illustre saggista), ma che finì per allontanarsi da lei. L'evento che cambiò l'esistenza di Laura furono le Cinque Giornate che accesero la sua fede politica e la videro, nei quattro mesi dell'indipendenza milanese, adoperarsi attivamente per la causa italiana e, così sembra, stringere amicizia con Giuseppe Mazzini con il quale iniziò una corrispondenza che sarebbe durata nel tempo. Al ritorno degli austriaci ella pensò bene di rifugiarsi all'estero assieme ai figli, nella sua villa sul Lago Maggiore, entro i più sicuri confini piemontesi. E in occasione di una sanguinosa scaramuccia tra soldati austriaci e un gruppo di patrioti che, sotto la guida di Garibaldi, cercava di raggiungere la Svizzera, divenne allo stesso tempo garibaldina e crocerossina: si presentò infatti al Generale per offrire ricovero in casa sua ai 32 feriti, italiani e austriaci insieme. Rientrata a Milano, Laura Solera Mantegazza si stabilì in Borgo di Porta Comasina, oggi corso Garibaldi, zona zeppa di laboratori che occupavano mano d'opera soprattutto femminile. L'iscrizione che ancora oggi si può leggere al numero 73 di quella via («In questa casa abitò molti anni e istituì il primo ricovero di bambini lattanti Laura Solera Mantegazza, vera madre del povero») spiega l'impegno intrapreso a favore delle operaie del suo rione dall'illustre inquilina. Nonostante l'opposizione della Chiesa che non vedeva di buon occhio questi “agglomerati di donne”, il 17 giugno 1850, con il beneplacito delle autorità austriache, ella aprì al piano terra di casa sua il primo “Ricovero per lattanti”, ovverosia un nido per i figli delle operaie tra i 15 giorni e i 3 anni. Il secondo, in Porta Ticinese, seguì a ruota. E ben presto, negli stessi locali, furono avviati dei corsi di alfabetizzazione e di taglio e cucito. Momentaneamente distratta dalla politica, in particolare dalla spedizione dei Mille, per la quale raccoglierà fondi vendendo delle coccarde tricolori con l'immagine di Garibaldi preparate nei laboratori annessi ai nidi, Laura è tuttavia ormai lanciatissima nel sostegno alle donne milanesi. Assieme a un gruppo di amiche fonda, il 17 febbraio 1862, l'«Associazione di mutuo soccorso delle operaie», per soccorrere le più povere, aiutare le disoccupate e organizzare corsi professionali. L'iniziativa fu benedetta e incoraggiata perfino da Garibaldi che in quegli anni s'incontrò più di una volta con Laura, vistandola anche nella sua villa sul Lago Maggiore. Non c'è da meravigliarsi dunque che, quando il Generale, con grande scandalo di tutta Europa, fu ferito all'Aspromonte da soldati italiani, ella fu la prima a correre in suo soccorso nella fortezza di Varignano, vicino a La Spezia. In cambio, l'eroe dei due mondi inviò un suo ritratto da appendere nella sede dell'Associazione; e qualche anno dopo, il figlio minore di Laura, Emilio, fu con lui a Bezzecca. Nel frattempo venne realizzato un altro Ricovero per lattanti in via della Signora e nuovo impulso ebbero i corsi professionali femminili trasformati ormai in vera e propria scuola la cui prima sede fu un piccolo locale di corso Magenta. E quando Laura morì, sessantenne, nel 1873, le “sue” operaie decisero di continuarne l'opera fondando un quarto e un quinto Ricovero. Offuscata dalla fama del figlio Paolo, la memoria di Laura Solera Mantegazza si è oggi un po' perduta, ma la Milano moderna, la Milano dei servizi sociali e delle donne che lavorano, le deve molto. Isabella Bossi Fedrigotti Galleria immagini
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