» Del Balzo Adelaide, principessa Pignatelli  
1843 - 1932
 

«Quando avevo 18 anni forse io dai libri ho attinto una cosa, quella cosa, con la quale e nella quale e, se occorre, per la quale voglio morire. La convinzione negli ideali di libertà, di dovere verso me stessa e verso la società [...] sempre meglio svolgere ed illuminare la mia coscienza, perché essa è la base di quella sacra cosa che è la libertà; senza la consapevolezza piena non si è liberi».

Queste le parole appassionate di una donna dalla profonda cultura, erede degli ideali del Risorgimento: l’aristocratica napoletana Adelaide del Balzo, fondatrice delle scuole, tuttora esistenti, dell’Istituto Suor Orsola Benincasa.

Adelaide nacque nel 1843 a Napoli; figlia di Francesco del Balzo e di Paolina, una delle tre sorelle Capece Minutolo, donne di raffinata cultura, letterate e musiciste di talento, componente di quella élite femminile napoletana che animava i salotti aristocratici del tempo. Dotata di un’accurata preparazione classica (padroneggiava il greco e il latino) ed educata all’amore per le arti, Adelaide non abbandonò mai i suoi interessi, nemmeno con il matrimonio con il dotto umanista Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, ultimo di una delle più illustri famiglie partenopee, che poteva vantare patrioti e martiri nella rivoluzione napoletana del 1799.

Non si può dire che la principessa, dai tratti marcati e lo sguardo tagliente, fosse una bella donna – aspetto virile che veniva spesso accentuato dal suo stile maschile nel vestire – ma la piacevolezza della sua conversazione la rese una delle dame di corte più amate da Margherita di Savoia.

Durante il colera nel 1884, in un asilo dell’infanzia da lei creato, 600 orfani vengono accolti; nel 1896 per suo merito vede la luce la prima scuola per infermiere professionali in Italia, la Croce azzurra; nel 1898 avvia la Scuola di educazione domestica e nel 1900 promuove la Pro-infantia, istituzione filantropica e pedagogica per minori abbandonati.

Ma il nome di Adelaide Pignatelli è soprattutto legato alla fondazione del “Suor Orsola”. Nel 1891, infatti, era stata nominata  su delega della regina Ispettrice del Ritiro di Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il Romitorio, fondato dalla mistica napoletana suor Orsola (1550-1618), era stato soppresso nel 1861 dallo Stato unitario, in quanto ordine religioso, ma il Conservatorio ad esso congiunto sopravviveva come “Ente laico educativo”. In un contesto storico di arretratezza culturale per le donne del Mezzogiorno, la principessa ideò una scuola dal progetto ambizioso e all’avanguardia per i tempi, coadiuvata dalla pedagogista Maria Antonietta Pagliara, studiosa dalle ampie vedute sociali, che le fu molto vicina. La Pignatelli si impegnò così in una coraggiosa opera di innovazione, organizzazione e promozione, per la quale spese tutta la vita: «Io ci tengo a questa scuola, ci tengo nell’interesse della pubblica cultura, ci tengo perché è iniziativa italiana, ci tengo perché Napoli si mette così alla testa di una cosa bella e nuova, ci tengo per orgoglio di casta, un nome storico come il nostro si adorna di nuova aureola mettendosi alla testa del progresso».

L’iter formativo delle scuole fu articolato in due percorsi: l’uno pedagogico-letterario e l’altro tecnico-professionale, con una struttura didattica flessibile, aperta alle novità culturali, in stretto contatto con il Regio ministero dell’Istruzione, soprattutto durante il ministero Gentile. Molto spazio fu dato non solo all’educazione linguistica, ma anche alla strumentazione tecnica, ai laboratori di ceramica, in un connubio felice di manualità e preparazione teorica. Di carattere impetuoso, la Pignatelli volle sempre sentirsi autonoma e libera nello scegliere il corpo docente; per cui si avvalse del consiglio di Benedetto Croce, con il quale ebbe un’intensa amicizia.

In corrispondenza con le personalità di cultura più in vista dell’epoca, grazie alla sua capacità di intessere relazioni creò un ambiente culturale vivacissimo e sempre in fermento. Seppe salvaguardare la propria autonomia di azione perfino durante il ventennio fascista. In linea con lo spirito del Risorgimento e con la propria indole passionale, la principessa si preoccupò di promuovere la condizione femminile con un’ampia educazione al fine di formare le allieve come persone libere, attraverso lo studio intenso e articolato, in grado di sviluppare un’autonomia di giudizio e di vita. Il “Suor Orsola” divenne così un organico istituto educativo, comprendente ogni ordine di scuole: dal giardino d’infanzia alle scuole inferiori, dalla scuola normale (poi Istituto Magistrale) all’Istituto Superiore Universitario di Magistero. Utilizzando al meglio gli spazi della Cittadella di Suor Orsola, la Pignatelli conciliava le ore di lezioni teoriche con le attività pratiche all’aperto: in giardino, sulle terrazze. Programmi di materie fondamentali si alternavano a laboratori di disegno, cucito, giardinaggio, manipolazioni plastiche, ceramica, in una continua trasformazione di metodi e programmi. La sua principale innovazione formativa fu, infatti, l’attenzione costante al mondo del lavoro e alla formazione di donne professionalmente preparate.

Fu un esempio da imitare: l’onorevole Tozzi, il 13 feb braio 1900, alla Camera dei Deputati, dove si discuteva del diritto allo studio delle donne, indicò l’istituzione “Suor Orsola” come un modello cui far riferimento per la riforma scolastica: «In essa troveranno quanto di più completo può esservi incarnato in ordine al progresso della educazione femminile intesa nel senso democratico, popolare o complementare che sia».

La guida dell’Istituto fu dal 1891 al 1948 nelle mani salde di due donne: dal 1891 al 1932 la Pignatelli, dal 1932 al 1948 la Pagliara, prima donna in Italia messa a capo di un istituto superiore. Una direzione femminile, fiore all’occhiello per le scuole italiane, e, purtroppo, mai più realizzatasi in quel prestigioso Istituto.

Adriana Valerio