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Documentazione redazionale |
Uno scialle di lana a quadretti bianchi e neri unisce nella morte – così come li aveva legati in vita – due tra i protagonisti della vicenda politica italiana dell’Ottocento: Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini.
Quello scialle aveva raccolto l’ultimo respiro del federalista Cattaneo, morto a Lugano in casa di Sara Nathan e, tre anni dopo – avvolto in quello stesso scialle – Mazzini muore a Pisa in casa di Janet Nathan Rosselli, accudito da Sara e dai suoi figli. Nella storia della democrazia italiana dell’800 poche donne hanno avuto un ruolo paragonabile a quello di Sara – o meglio Sarina come la chiamavano tutti – legatissima a Mazzini e infaticabile propagandista dei suoi principi politici, vera e propria custode ed edificatrice del monumento della sua memoria.
Sarina nasce a Pesaro il 7 dicembre 1819 da Angelo Levi di Senigallia e da Enrichetta Rosselli di Livorno. Il padre vive e lavora nel centro del commercio pesarese, il “ghetto grande”. Ancora bimbetta, dopo la morte della madre, viene mandata prima a Modena, poi affidata ai Rosselli di Livorno.
Qui la ragazza, appena diciassettenne, conosce l’agente di borsa Meyer Moses Nathan, di venti anni più grande di lei – di passaggio nella città toscana – lo sposa in una settimana e lo segue in Inghilterra. Dal matrimonio nascono dodici figli: David, Enrico, Janet, Adolfo, Ernesto, Enrichetta, Joe (Giuseppe), Filippo, Walter, Alfredo, Adah, Beniamino.
A Londra Sarina Levi Nathan arriva nel 1836 e nella capitale inglese i coniugi Nathan, attraverso i Rosselli, cugini di Sarina, conoscono Giuseppe Mazzini e ne restano affascinati. Moses gli dà consigli economici e finanziari mentre Sarina comincia ad interessarsi alle iniziative delle signore inglesi a favore della causa italiana. La collaborazione si stringe nei primi anni Cinquanta e casa Nathan, a Middleton Square, diventa luogo d’incontro degli esuli politici italiani a Londra: Mazzini, Saffi, Quadrio, Campanella, e dei loro amici inglesi. Si discute di politica ma Mazzini ama anche giocare con i bambini che ne sono conquistati.
La vita di Sarina cambia improvvisamente nell’estate del 1859 quando il marito muore per un’operazione, lasciandola erede universale del suo patrimonio. Torna in Italia alla ricerca di un clima più adatto alla fragile salute della figlia Janet. Soggiorna a Roma, a Pisa, a Firenze, a Milano accolta ovunque con grande amicizia dai tanti democratici che ha frequentato a Londra e che sono rientrati in una Italia che si sta unificando, ma è particolarmente legata a Maurizio Quadrio, Carlo Cattaneo, Jessie White Mario, Giuseppe Garibaldi.
Nell’estate del 1862 affitta una villa a Cornegliano per i bagni. Mazzini è a Genova, sotto falso nome, e Sarina - sorvegliata dalla polizia - rischia l’arresto.
Decide allora di trasferirsi in Svizzera dove - a Lugano - compra La Tanzina, una villa che diventa luogo di soggiorno abituale di Mazzini e meta di molti visitatori, da Manzoni a Cattaneo, da Bertani a Mario. Con la famiglia Nathan vive anche Maurizio Quadrio che scrive articoli per i giornali mazziniani e per mantenersi fa il precettore dei tanti figli di Sarina.
Si è scritto molto sull’amicizia tra Giuseppe e Sarina e alcuni hanno voluto vedere nel loro legame qualcosa di più della sola consonanza intellettuale, arrivando ad insinuare che Ernesto fosse in realtà figlio di Mazzini. Voce questa alimentata probabilmente dagli ingenti contributi economici alle iniziative repubblicane, ai lunghi soggiorni dell’esule alla Tanzina e infine alla vicinanza ideale di Emesto all’eredità del Genovese.
Tra i figli di Sarina in realtà il più vicino a Mazzini è Joe che per due volte, nel 1869 e poi nel 1870 cerca di organizzare dei movimenti insurrezionali repubblicani, subendo arresto e carcere. Riparato in Inghilterra, sposa nel 1873 Ada Staight che muore di parto insieme alla nascitura soltanto un anno dopo. È Sara a salvare il figlio dalla disperazione mettendolo in contatto con Josephine Butler che ha appena fondato la Federazione Britannica Continentale per migliorare la condizione delle prostitute. Per il resto della sua vita Joe Nathan si dedica completamente a questo compito, fondando sezioni della federazione in Italia, coinvolgendo i medici, ottenendo la nomina di una commissione d’inchiesta parlamentare. Quando muore nel 1881, il fratello Ernesto lo sostituisce continuando a dedicare tempo e denaro a questa battaglia di civiltà.
Sara, insieme ai figli, dedica le sue migliori energie alla diffusione del pensiero mazziniano in tutti i suoi aspetti. Acquista dalla sorella Maria Masuccone i manoscritti di Mazzini e tutti i diritti d’autore, dedicandosi poi alla ricerca e alla raccolta di lettere e documenti dell’“Angelo” come il Genovese viene chiamato in casa Nathan.
È a loro che dobbiamo il recupero e la conservazione di quella enorme mole di documentazione che poi Ernesto Nathan - sindaco di Roma dal 1907 al 1913 - ha donato allo Stato italiano nel 1900.
Per allargare le fila mazziniane Sara ritiene che primo obiettivo sia quello dell’educazione, cioè della diffusione del pensiero mazziniano tra gli operai mediante biblioteche e scuole. Apre a Roma la Sala Mazzini in via dei Prefetti dove, dal 1873 al 1882, la domenica si tengono conferenze per spiegare i Doveri dell’Uomo. La scuola è «diligentemente e incessantemente sorvegliata» da un ispettore di polizia per timore che vi si faccia propaganda sovversiva. Non dimentichiamoci infatti che, nell’Italia monarchica, Mazzini propugna gli ideali repubblicani.
Nell’autunno 1873 inaugura la scuola femminile «Giuseppe Mazzini» in Trastevere che garantisce un’istruzione elementare riconosciuta dallo Stato. È la prima aperta nel popolare rione romano. Sara insegna storia, geografia e “morale”, materia che sostituisce l’insegnamento religioso e soprattutto offre alle allieve un’istruzione simile a quella maschile, ignorando i cosiddetti «lavori donneschi» previsti dai regolamenti ministeriali. Una vera rivoluzione se pensiamo che nelle scuole femminili pontificie alle bambine si insegnava a leggere, ma solo raramente si insegnava anche a scrivere.
La scuola, che può accogliere un centinaio di alunne, è gratuita, offre la refezione e dura da ottobre a luglio. Tutte le spese sono coperte da Sara Nathan che la dirige e che premia anche con somme di denaro le allieve migliori. Dopo la morte di Sara la direzione della scuola viene assunta dalla figlia Adah, che la trasforma in elementare e professionale, ma tutti i figli sono economicamente coinvolti. Nel 1917 la scuola viene eretta in Ente Morale come Opera Pia Sarina Nathan.
Sara finanzia la stampa mazziniana e nel 1876 spinge per la nascita del Dovere un quotidiano che rappresenta l’intransigentismo repubblicano romano intenzionato a prendere in mano le fila dell’intero movimento democratico. Sul giornale vengono trattati i problemi della donna e della sua emancipazione, su impulso di Sara che ripete agli amici: «Associate ad ogni vostra opera intellettuale e morale la donna».
Muore a Londra - da sola - il 19 febbraio 1882 per i postumi di un’operazione di cui non ha informato nessuno. Donna forte sino in fondo.
Antonio Fratti la ricorda con queste parole: «La dissero sognatrice, ma voglia Iddio che lo sia per lo Stato futuro d’Italia, come lo fu insieme a Mazzini per la nostra unità».
Anna Maria Isastia