La classe operaia per Pisacane
Il passo, tratto dal III paragrafo del Saggio sulla rivoluzione, analizza la spaccatura determinatasi all’interno della società tra capitalisti e operai; si sofferma sulla condizione di questi ultimi e critica, nella fattispecie, il sistema rappresentativo.
C. Pisacane, La rivoluzione in Italia, a cura di A. Lepre, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 113-119.
Nel passo, dedicato alla condizione italiana, Pisacane lega indissolubilmente il concetto di nazionalità a quello di libertà, e si oppone all’ipotesi di un’Italia unificata sotto una dinastia indigena, sia essa dispotica o costituzionale; in tale progetto l’autore non individuava infatti alcun progresso.
C. Pisacane, La rivoluzione in Italia, a cura di A. Lepre, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 140-146.
Pisacane contro Mazzini e la sua pedagogia mistica
Nel passo Pisacane analizza il pensiero e l’operato di Mazzini: pur ribadendo la totale stima per l’uomo, mostra di non comprendere a pieno l’aspetto mistico della sua dottrina, e critica l’operato del Comitato nazionale, accusandolo di aver dato vita ad una sorta di dispotismo.
C. Pisacane, La rivoluzione in Italia, a cura di A. Lepre, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 174-184.
Il programma rivoluzionario di Pisacane
Nelle pagine che seguono Pisacane espone in dieci punti il suo programma rivoluzionario, che prevedeva, tra l’altro, l’abolizione della proprietà fondiaria, la nazionalizzazione del capitale e la nascita di un congresso nazionale eletto a suffragio universale.
C. Pisacane, La rivoluzione in Italia, a cura di A. Lepre, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 202-206.