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Orta di Atella (Caserta), 1820 - Napoli, dopo il 1862
Sposò nel 1838 Dioniso Lazzari da cui ebbe tre figli. Dioniso era cugino di Carlo Pisacane. Con quest'ultimo Enrichetta iniziò nel 1845 una relazione amorosa. Nel 1847 i due amanti fuggirono insieme da Napoli, sotto i falsi nomi di Francesco Guglielmi e Sara Sanges, a bordo di un piroscafo francese, il Leonidas. Denunciati dal marito di lei, i due amanti appena sbarcati a Livorno fecero perdere le loro tracce e si diressero alla volta dell'Inghilterra. La fuga da Napoli e l'abbandono del marito significò per Enrichetta un periodo di privazioni e sacrifici, che tuttavia lei difese sempre con una forte consapevolezza della propria volontà di autonomia e di libertà. Sostenuta in questo anche da George Sand che ebbe modo di frequentare a Parigi. Arrestata in Francia, in carcere perse il bambino di cui era in attesa. Allo scoppio dei moti di Milano, nel1848(Cinque giornate), seguì Carlo Pisacane, tornato in Italia per partecipare alla guerra d'indipendenza. L'anno successivo fu a Roma, pienamente coinvolta nella rivoluzione (Repubblica romana). Insieme a Cristina di Belgioioso, Margaret Fuller e Giulia Calame, si prodigò nel prestare le cure mediche e assistere i combattenti feriti. Rifugiatasi in Svizzera, rientrò con Pisacane in Italia nel 1850. Malata si fermò a Genova, mentre il suo compagno rientrava in Svizzera. In questo periodo strinse rapporti di amicizia con Enrico Cosenz, rapporti che si trasformarono in una breve ed intensa storia d'amore. Ricongiuntasi a Pisacane nel 1852, nacque la loro unica figlia, Silvia. Il 4 luglio del 1857 ricevette la notizia della morte di Pisacane nel vano tentativo insurrezionale nell'Italia del Sud (spedizione di Sapri). Nella primavera del 1858 si spostò a Torino, poi di nuovo a Genova. Nel 1860, dopo tredici anni di lontananza, rientrò a Napoli, dove sarebbe rimasta fino alla morte. Galleria immagini
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