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Le autonomie locali  
 

Il progetto di costruire un sito internet sulla storia delle autonomie locali in Italia si inserisce all'interno delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia e rappresenta un angolo visuale inedito per riflettere sul processo di formazione e consolidamento dello Stato nazionale.

Questa Sezione, riprendendo l'idea originaria del portale sul Risorgimento, è stata concepita come una grande banca dati che raccoglie, al suo interno, centinaia di documenti (leggi, discussioni parlamentari, discorsi, articoli, saggi) e altrettanti giudizi storici sul rapporto tra lo Stato e i poteri locali. In definitiva, sono state selezionate circa 1.500 pagine di documenti – il primo è del 1770, l'ultimo del 2001 – corredate da immagini, fotografie e cartine geografiche.

Una mole ponderosa di materiali storici che raccoglie i più importanti provvedimenti legislativi sugli ordinamenti locali, le interpretazioni più significative di alcuni studiosi viventi e i testi di molti intellettuali del passato: da Romagnosi a Cattaneo, da Gioberti a Mazzini, da Croce a Gramsci, da Salvemini a Spinelli, da Miglio a Bobbio, da Ruffilli a Giannini. Oltre che, ovviamente, gli interventi di alcuni politici come Cavour, Rattazzi, Farini, Minghetti, Crispi, Giolitti, Mussolini, Sturzo, Togliatti, Einaudi e La Malfa.

L'arco cronologico preso in considerazione è estremamente vasto: dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri. Ampio spazio è stato dedicato al periodo preunitario, all'origine franco-piemontese dell'ordinamento amministrativo e alla fase culminante del processo di costruzione dello Stato nazionale: dal 1859 al 1865. Sono stati sottolineati, inoltre, i tentativi di riforma regionalisti e la riforma crispina del 1888. Uno spazio ugualmente importante è stato dedicato al Novecento: dai provvedimenti dell'età giolittiana alle aspirazioni municipaliste di Sturzo; dalle “riforme” fasciste al dibattitto nell'assemblea costituente; dall'introduzione delle Regioni nel 1970 alle riforme degli anni Novanta e alla modifica del titolo V della Costituzione nel 2001.

In definitiva, questo percorso di studio ha un solo minimo comune denominatore: l'Italia.

Un'Italia pensata, progettata e costruita a partire dalla varietà dei suoi territori, delle sue cento città e delle sue tradizioni civiche. Una poliedricità di storie e di idee, di uomini e culture, da cui è scaturito lo Stato nazionale.

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