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Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950) » Badiali Carla  
1907 - 1992
 


 

 

“Ti vedo un po' astratta” è il titolo ironico di un articolo di Luciano Caramel; nell'articolo era recensita la retrospettiva della Badiali che si teneva a Como nel 1990, contemporaneamente alla mostra storica che presentava “I maestri dell'astrattismo comasco”. Era il riconoscimento del valore dell'opera di una della principali protagoniste dell'astrattismo italiano e insieme dell'importanza e della coerenza del “gruppo di Como”.

La Badiali, nata a Novedrate, trascorre l'infanzia in Francia, a St. Etienne, ma nel 1920 ritorna a Como, e prosegue i suoi studi all'Istituto Nazionale del Setificio, seguendo il corso di disegno del tessuto dove conosce Manlio Rho che la presenta a Radice e agli altri pittori astrattisti. Nella città il rapporto tra arte astratta e industria è molto aperto, e gli architetti razionalisti, che ottengono prestigiose commissioni, sia pubbliche che private, si rivolgono agli artisti astratti per le decorazioni degli edifici. “La via della seta” è sin dall'inizio percorsa dall'artista, Como è la scena privilegiata dell'arte italiana astratta negli anni Trenta.

All'origine Sant'Elia, poi Terragni, Lingeri, Cattaneo e Sartoris tra gli architetti, la Badiali, Manlio Rho, Mario Radice, Aldo Galli, Carla Prina e Cordelia Cattaneo tra i pittori. La Badiali partecipa a tutte le mostre del gruppo, anche se mancano dati precisi sulla prima esposizione del 1933. Il problema sulle date si era aperto quando l'artista era ancora in vita. La Badiali era o no nel gruppo di Como prima della pubblicazione di Kn di Belli del 1935 (dove Kn indicava la sigla con cui Kandinsky firmava i suoi quadri), testo considerato la dichiarazione di poetica dell'astrattismo italiano e prima della mostra di Kandinsky a Milano (1934) da cui il testo di Belli traeva origine? Secondo le testimonianze dei protagonisti sì, secondo Caramel, uno dei critici più attenti alla situazione dell'astrattismo comasco, no. È documentata la stretta relazione con gli astrattisti che esponevano alla Galleria “Il Milione” di Milano, e sono noti i contatti con i movimenti parigini “Cercle et Carré” (1930) e “Abstraction-Création” e con il rigorismo ideologico di Theo van Doesburg. L'astrattismo comasco proviene dal movimento degli architetti razionalisti, dai rapporti con i singoli architetti, non solo Terragni, ma anche Sartoris e Cattaneo, che erano amici personali degli artisti; il dibattito architettonico che si svolge in convegni e in riviste specializzate è più articolato e complesso di quello dei pittori, che di fatto si ispirano alle idee degli architetti e solo dopo la crisi del razionalismo e del conseguente scioglimento del MIR.

Si allontanano da espressioni di un'arte geometrico-costruttiva e fondano nuovi aggruppamenti. La Badiali partecipa con Sartoris nel 1938 alla fondazione del movimento “Valori Primordiali” che ha caratteri comuni con l'orfismo ed ha tangenze con movimenti letterari. Stranamente negli stessi anni e con la stessa denominazione, anche ad Anticoli Corrado Melli, Capogrossi, Cavalli sottoscrivevano un manifesto con la stessa denominazione e con punti in comune, per cui è evidente all'origine la fonte comune, letteraria: Bontempelli, il teorico dei “Valori Primordiali”.

Nel ‘40 la Badiali sottoscrive il manifesto “Valori Primordiali futuristi Sant'Elia”, con Marinetti, Prampolini, Terragni, Radice, Licini e di conseguenza, nel 1942 si unisce agli artisti del secondo Futurismo, con i quali par tecipa a una serie di mostre: alla terza Sindacale Nazionale di Milano (1941), alla Biennale di Venezia (1942), alla Quadriennale di Roma (1943). Nel ‘43 la sua vita cambia; la Badiali si sposa, partecipa alla Resistenza e nel settembre del ‘44, durante la prima gravidanza, viene arrestata insieme a Lisetta Foa, dalla banda Kock. Dopo giorni di detenzione selvaggia, viene trasferita a San Vittore, ove incontra, compagna di cella, Fernanda Wittgens.

La Badiali è un personaggio di grande interesse anche al di là dell'opera pittorica, ma nella pittura registra anche il suo diario di partigiana, quasi una sfida all'astrazione, e crea delle opere considerate il suo capolavoro: «Le vent se lève, il faut tenter de vivre» è il titolo di tutta la serie. Dal 1934 anche Kandinsky usava titoli francesi per i suoi quadri ed è interessante vedere quanto nel linearismo libero e flessuoso e nelle superfici trasparenti de “Le vent se lève” sia presente l'influsso del gran de maestro, verso l'astrazione espressiva. Dopo la guerra la Badiali riprende a lavorare sui tessuti, nella sua casa di via Prudenziano a Como:, punto d'incontro di colleghi e studenti. Dallo studio sulla struttura verticale e orizzontale dell'ordito, all'insegnamento del disegno per tessuti (1957), l'artista diviene una professionista del disegno sulla seta e crea tessuti per arredatori e stilisti di tutto il mondo, tra cui Coco Chanel, Dior, Balmain e molti altri.

Negli anni Settanta nei setifici di Como si eseguono con procedimento serigrafico multipli su seta di grandi artisti, Consagra, Pomodoro, Marini Marini: era nata una nuova forma di editoria d'arte, dall'arte della seta. Forse per gli impegni di lavoro, la Badiali è assente nelle prime mostre dell'astrattismo in Italia all'inizio della battaglia sulle pareti tra astrattisti e figurativi e non è annoverata tra i fondatori del movimento “Arte Concreta” (1951), ma espone alla Galleria Bompiani di Milano, di cui rimane il prezioso bollettino; la Galleria per un'intera stagione presenta una serie di mostre dei padri dell'astrattismo italiano, dei concretisti e degli artisti del M. A. C. (Movimento Arte Concreta), nell'ambito della “Rassegna della Pittura Astratta Italiana”, organizzata da Guido Le Noci, direttore della galleria stessa.

Nel 1966 Nello Ponente cura la “Mostra storica dell'Astrattismo” alla Biennale di Venezia. La Badiali è ormai un maestro indiscusso, e per le giovani generazioni, specialmente per le donne artiste, diviene un mito e un esempio. Le modulazioni musicali che animano la superficie dei suoi dipinti saranno riprese in variazioni sempre nuove, fino a tornare al suono in installazioni sonore, nuove forme d'arte che nell'astrattismo riconoscono la loro origine. Numerose le mostre in Italia e all'estero negli anni Settanta, del ‘75 è la cartella con dieci serigrafie prese da opere del periodo ‘33-‘43. La cartella con risultati anche tecnici eccezionali per l'effetto di trasparenza dei piani colorati, come articolazione di spazi di luce-colore, conferma il 1933 come data delle prime esperienze non figurative. Nella splendida mostra “L'altra metà dell'Avanguardia” (1990) Lea Vergine tratteggia la biografia della Badiali e inserisce una foto dell'artista fatta da Maria Mulas nel 1979. Per analogia nasce il confronto con lo splendido autoritratto dell'artista del 1928, una delle poche opere figurative della Badiali, tra Balla prefuturista e Dante Gabriele Rossetti.

Rosanna Barbiellini Amidei

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