Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950)
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1915 - 1944
Per ricordarla, a Bologna c'è una strada a lei intitolata, via Irma Bandiera. Proprio lì, su quel marciapiede, il 14 agosto 1944 i fascisti uccisero la giovane donna, una staffetta partigiana che si era rifiutata di collaborare col regime. Cresciuta in una famiglia benestante Irma, che in casa chiamavano Mimma, quando l'Italia entrò in guerra prese contatto con gli ambienti antifascisti bolognesi. Ben presto diventò militante dei Gap come staffetta e poi combattente della 7a Brigata. All'insaputa dei genitori partecipò ad azioni sempre più rischiose: conosceva i rifugi dei compagni e manteneva i contatti fra loro. Grazie al suo aspetto di tranquilla ragazza perbene forse pensava di passare inosservata, anche quando si occupava di un trasferimento di armi. Fu proprio al termine di una consegna di munizioni alla base di Castelmaggiore della sua formazione che la catturarono. Con sé aveva documenti cifrati. Era il 7 agosto. Per una settimana fu sottoposta a sevizie e torture. I nazifascisti arrivarono persino ad accecarla per riuscire a sapere i nomi dei compagni e i posti dove erano nascosti. Irma riuscì a non parlare. E anche quando la portarono al Meloncello, davanti alla porta di casa, insanguinata ma ancora viva, Irma rimase in silenzio. La finirono con una mitragliata e il suo corpo fu lasciato come ammonimento sulla pubblica via per un intero giorno. Cristiana di San Marzano |