Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011)
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1922
Se c'è una donna che può essere definita il simbolo delle battaglie ambientaliste del secondo dopoguerra è sicuramente Giulia Maria Mozzoni Crespi. Appartenente ad una delle più antiche ed importanti famiglie lombarde il cui nome è legato a molte attività in campo industriale e culturale, Giulia Maria aiutò a tenere saldamente in mano, per anni e fino al 1974, la gestione del Corriere della Sera che indirizzò, con le direzioni di Piero Ottone e Giovanni Spadolini, verso un serio impegno civile e culturale, aprendo le colonne del più grande quotidiano d'Italia ad ambientalisti come Antonio Cederna e altri. E attivando battaglie storiche come quella di Indro Montanelli in difesa di Venezia. Ma già dal 1965 la troviamo impegnata nel settore dei beni culturali e ambientali: consigliere nazionale di Italia Nostra dei tempi d'oro – quando l'associazione, per prima, aveva innalzato la bandiera della tutela contro gli scempi che in quegli anni si andavano perpetuando verso i monumenti, i centri storici, le coste, i parchi nazionali – Giulia Maria agì attivamente pure nella sezione di Italia Nostra di Milano, dove per quindici anni resse, operando personalmente nei corsi di aggiornamento per docenti e studenti, il settore Educazione e Ambiente. Dopo aver lasciato la co-proprietà del Corriere della Sera fondò nel 1975, assieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli, il Fai – Fondo Ambiente Italiano. Questa organizzazione, nata sul modello del National Trust inglese, svolge un'azione concreta ed efficace per salvare dall'abbandono e dal degrado preziose testimonianze italiane di interesse artistico, storico e paesistico, affidate ad essa da donazioni di privati e da legami testamentari. Tra le maggiori acquisizioni il castello dei Castelbarco ad Avio, la baia di Ieranto sulla Costiera Amalfitana, il borgo di San Fruttuoso a Camogli, il nucleo romano-longobardo di Torba a Castelseprio presso Varese, l'antica Villa Panza di Biumo arredata con dipinti monocromi eseguiti tra gli anni Ottanta e Novanta da artisti americani, Villa Monzino a Balbaniello sul Lago di Como, il complesso agricolo storico di Casalzuigno presso Varese e molti altri. Oltre a lavorare personalmente nell'associazione, Giulia Maria ne è oggi presidente, guidandola in grandi battaglie per la salvezza di numerosi monumenti, ambienti, giardini e ville che, aperte al pubblico, hanno contribuito ad innalzare la sensibilità culturale degli italiani. Ma la cura nel Fai non le ha impedito di continuare le sue più puntuali battaglie contro scempi e manomissioni, offrendo la sua disponibilità, il suo prestigio e il suo potere nel mondo dei mass media (soprattutto la stampa) per dare una mano generosa e concreta a tutte le associazioni che in Italia si battono contro il degrado di un ambiente e di un patrimonio che non ha l'eguale nel mondo. A livello più personale, oltre a gestire in maniera adeguata le sue proprietà in Toscana e in Sardegna, attivandosi per impedire alterazioni nel loro territorio, Giulia Maria Crespi collabora con l'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, guidando, coadiuvata dal figlio, un'azienda agricola nella Pianura Padana entro i confini del Parco Regionale del Ticino nel quale è abolito l'uso di diserbanti, pesticidi e concimi chimici di sintesi. Tale esperienza concreta è poi riservata nei convegni e nei corsi educativi, spesso organizzati anche nella sua azienda della Zelata, in cui si trattano vari argomenti quali la salute, l'alimentazione, l'agricoltura, il giardinaggio, l'orticoltura, la frutticoltura biodinamica, la filosofia della vita, le attività artistiche. Fulco Pratesi |